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La casa natale di Leonardo da Vinci è la casa museo in cui il 15 aprile 1452 nacque l’omonimo celebre inventore, artista e scienziato italiano; si trova ad Anchiano, frazione di Vinci, comune della città metropolitana di Firenze.
Distante pochi chilometri dal borgo del paese, la casa natale si trova in una frazione a nord del comune di Vinci denominata Anchiano. È posta alle pendici del Montalbano a circa 200 metri sopra il livello del mare, ed è definita dai corsi d’acqua di Balenaia e delle Quercete, che ai tempi di Leonardo alimentavano i diversi mulini sparsi per il territorio.
Già dal primo catasto fiorentino del 1427, ad Anchiano c’è notizia di ben nove fabbricati, aventi piccoli e grandi appezzamenti di terreni coltivati.
Ci sono stati innumerevoli dibattiti sul luogo effettivo di nascita di Leonardo, tuttavia, dopo anni di ricerca, si è potuto stabilire con certezza che il luogo effettivo è proprio ad Anchiano. Ser Tomme, in un documento cartaceo, descriveva la sua proprietà:
«Uno poderetto posto nel comune di Vinci luogo detto Anchiano con chase da lavoratore e Infrantoio et cholombaia sanza colombi corte et orti et terre lavoratie ulivate vignate et fructate boscate et sode fra sua vochaboli et chonfini apartenenti a detto poderetto el quale tenne Inpegno set lodovico di sel duccio da samminiato …»
Nel 1452, anno di nascita di Leonardo da Vinci, nella località di Anchiano erano già presenti diversi fabbricati, uno dei quali era la stessa casa dove nacque. La casa era posseduta da ser Tomme di Marco di Tommaso da Isola, un notaio, proprio come il padre di Leonardo.
Allora l’intero fabbricato era diviso in due parti ben distinte, sorte in periodi differenti. La parte più antica veniva usata dal lavoratore del podere, mentre l’altra era la parte padronale. Anche se costruita da poco, quest’ultima parte venne unita all’altra formando un unico agglomerato. Nel 1952, in occasione del quinto centenario dalla nascita di Leonardo, il restauro riportò alla luce le parti della casa descritte anche dalle fonti d’archivio.
La casa è composta da tre ampi vani: una sala d’ingresso con camino quattrocentesco ornato da uno stemma scolpito sul frontone, una camera e una stanza adibita a servizi vari. Nel restauro del 1952 non è stato possibile ricostruire le varie disposizioni e riadattamenti dei piani sopraelevati, perciò fu deciso di riportare alla luce solamente i muri maestri, dando allo stesso tempo una corretta fisionomia della struttura originaria.
Già dal 1449, nell’interrato della struttura, ci sono notizie di un frantoio, gestito dall’avo paterno di Leonardo, Antonio Da Vinci, che in quell’anno poté compilare nell’interesse del proprietario del fondo e di altri cointeressati, una scritta privata di affitto e di compartecipazione agli utili del frantoio. La casa possiede anche un vasto cortile immerso negli olivi secolari dal quale è possibile avere una vista panoramica sul colle del Montalbano, sulla Val di Nievole, sulla vallata inferiore dell’Arno, sui monti pisani e lucchesi e persino sulle collinette che fronteggiano il Tirreno.
La famiglia da Vinci non aveva possedimenti nella località di Anchiano. Ser Tomme di Marco di Tommaso da Isola nel 1479 donò le sue proprietà (compresa la casa) al Convento dei Frati dei Servi di Maria di Firenze in cambio di un vitalizio, dando la possibilità a ser Piero da Vinci di comperarla tre anni dopo. Fu solamente allora che la facciata fu ornata del grande stemma di famiglia in pietra, ancora presente. Nel restauro del 1952 lo stemma fu collocato nella sala interna per ragioni di conservazione, lasciando all’esterno una copia.
La casa passò negli anni a seguire ai discendenti di ser Piero da Vinci, fino a che nel 1624 Guglielmo da Vinci, nipote di Guglielmo fratello carnale di Leonardo, frate nel convento di S. Lucia a Firenze, lasciò i suoi beni alla suddetta struttura. Nel 1629 la casa passò per una permuta ai beni della corona granducale di Toscana e da questa nel 1645 al conte Francesco Antonio da Bagnano, i cui discendenti, i Masetti da Bagnano, la tennero sino al 1932, quando fu venduta al conte Giovanni Rasini di Castel Campo che acquistò la struttura per destinarla al restauro e alla memoria collettiva di Leonardo. Il conte donò il fabbricato al comune di Vinci il 10 ottobre 1950.
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